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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Antropologia

LA CLASSIFICAZIONE DEL MONDO Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze possiedono gradi di sistematicità e di coerenza notevoli, sebbene differenti e meno esatti di quelli elaborati dalla scienza moderna. Due antropologi americani, Berlin e Kay, fecero un’analisi sulla classificazione dei colori e giunsero a tre conclusioni: tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore, la terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa, il numero dei termini per indicare i colori sono in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione. TEMPO E SPAZIO: DUE CATEGORIE DELLA MENTE Due categorie fondamentali sono il tempo, le relazioni di anteriorità, contemporaneità e successione tra eventi, e lo spazio, le relazioni

Antropologia

PAROLA E MONDO Gli individui delle culture fortemente orali hanno una memoria ben salda siccome riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta. In certe culture si ritiene che i nomi abbiano un potere sulle cose e sugli essere umani. SCRITTURA, ORALITÀ E MEMORIA La diffusione della scrittura ha inciso sul modo di pensare degli esseri umani. Prima della scrittura e della sua diffusione, le tecniche di memorizzazione erano diverse. Laddove la scrittura è assente, si ricorre a tecniche mnemoniche. Queste tecniche però tendono a produrre effetti omeostatici, la memoria tende cioè ad eliminare tutto ciò che non ha interessa per il presente.  La scrittura, quando comparve e si diffuse, rappresentò un “addomesticamento del pensiero”.  Essa ebbe tre importanti rilessi sul pensiero: facilità lo sviluppo e la diffusione del pensiero astratto e dei suoi strumenti logici e linguistici

Antropologia

COMUNICAZIONE ORALE E COMUNICAZIONE SCRITTA Fino a non molto tempo fa esistevano le cosiddette società a oralità primitiva. Si tratta di società che non  conoscevano alcuna forma di scrittura. Oggi queste società non esistono più. Esistono però delle società i cui componenti sanno che cos'è la scrittura ma non la usano o raramente. La scrittura comparve in Mesopotamia con il popolo dei sumeri ed è conosciuta come scrittura cuneiforme.  La scrittura alfabetica risale al XIV secolo a. C. e fu inventata dai fenici. Gli attuali cantastorie e poeti hanno un modo di recitare simile a quello dei poeti-cantori dell’antichità   e trasmettono i loro testi attraverso metodi orali. Per imparare le storie essi si affidato a tecniche mnemoniche. QUESTIONI DI INTELLIGENZA Tutti gli esseri umani possiedono analoghe potenzialità intellettuali e esse prendono direzioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Esse si dividono in: •astrazione: capacità di is

Antropologia: PENSARE, COMUNICARE, CLASSIFICARE

Il pensiero:  concerto  e astratto I modi di comunicare sono diversi da cultura a cultura, anche se non esiste un modello rigido  all'interno di nessuna di esse.  A modi di comunicare diversi corrispondono modi di pensare diversi.  Il pensiero si divide in concreto, ossia un pensiero che ha come fondamento l’esperienza, è affatto, ossia un pensiero che elabora generalizzazioni e concetti al di là delle proprietà fisiche.  La comunicazione invece si divide in orale, ossia ogni comunicazione che utilizza come mezzi la voce e il linguaggio parlato, e scritta, ossia la comunicazione che usa segni convenzionali come mezzi per fissare e trasmettere il linguaggio. Tutti gli esseri umani sono dotati più o meno delle stesse capacità sensoriali e intellettuali e, se vi sono differenze tra loro, queste di manifestano all'interno di tutte le culture e non tra le culture. Levi-Strauss osserva nel suo libro le differenze tra il pensiero primitivo è quello moderno.  Nel pensi

Domande di Sociologia

pagina 214 1. Il mutamento sociale è l'alterazione nel corso del tempo dei modelli di ordine sociale. 2. E’ originato da fattori interni della società quando vi sono variazioni demografiche e/o mutamenti culturali. 3. Con l’espressione “comportamento collettivo” s’intende il momento in cui un insieme di individui agisce e ha degli effetti sulla società senza fare affidamento su un sistema codificato di ruoli e posizioni, quindi quando l'azione avviene in un contesto destrutturato. pagina 217 1. Le cause del conflitto sociale sono la divergenza di obbiettivi, la scarsità e maldistribuzione delle risorse sociali e l’incertezza delle norme sociali. 2. Il conflitto tra gruppi influenza la società perché molto spesso si contrappongono le classi protagoniste del vivere associato e provocano una spaccatura nella società. 3. Il conflitto sociale può aumentare la coesione interna del gruppo e può creare delle forme d’interazione regolata con il gruppo antagonista. pagina 220

PEDAGOGIA: La proposta pedagogica di Jean-Jacques Rousseau

L’educazione naturale Vita e opere Rousseau nacque a Ginevra nel 1712, rimase orfano di madre e perso presto anche il padre. Fu costretto a lasciare Ginevra. Proseguì i studi in modo tutt’altro che lineare e nel frattempo lavorava come apprendista presso un cancelliere.  Nel 1762 scrisse Emilio o dell’educazione , un trattato che crebbe la sua fama in Europa. Rousseau fu un autore di opere di contenuto eterogeneo, da testi teatrali a trattati politici. Lo stato di natura  Per il filosofo il concetto di “natura” è alla base dell’educazione e viene presentato forte controtendenza rispetto al suo tempo. É un ipotesi intellettuale che rinvia a un presunto stato originario dell’uomo. Emilio: il primo libro L’Emilio è un romanzo pedagogico nel quale viene presentata l'educazione di un immaginario fanciullo, Emilio. Egli viene presentato dalla nascita fino all'età adulta. Ci sono cinque libri, ciascuno dedicato ad una fascia l'età, l'ultimo

PSICOLOGIA: LA COESIONE E LA MENTALITA' DI GRUPPO

La funzione della coesione: Quando si parla di interazione dei componenti di un gruppo in realtà ci si riferisce al concetto di coesione, ovvero la tendenza del gruppo a sopravvivere, mantenendo la sua composizione interna attraverso il legame che unisce ogni membro e porta il sacrificio degli interessi individuali per favorire quelli collettivi. Si tende a mantenere un comportamento conforme per soddisfare il desiderio di consenso e approvazione: i membri di un gruppo che si aspettano l’uno dall’altro determinati comportamenti non richiesti invece hai non appartenenti. e la sua misurazione: Alcuni studiosi di psicologia sociale hanno messo a punto un metodo per misurare il grado di coesione di un gruppo e l’eventuale formazione di sottogruppi. Questo metodo è stato introdotto da Jacob Levy Moreno e prende il nome di sociometria. Esso consiste nel chiedere ad ogni membro di un gruppo di indicare chi preferisca tra gli individui del gruppo stesso; in seguito i risulta

PSICOLOGIA: IL POTERE E LA FIGURA DEL LEADER

Le diverse forme di potere: l potere è la possibilità che un individuo pensare e controllare il comportamento altrui e si esprime in diverse forme: il potere di ricompensa, cioè la possibilità di attribuire gratificazione materiali o simboliche; Il potere coercitivo, cioè la possibilità di imporre sanzioni punizioni; il potere legittimo, basato sulla condivisione da parte di un gruppo di determinati valori e norme; il potere di esempio, per cui le persone si identificano in colui che detiene il potere; potere di competenza, per cui un individuo o un gruppo riconoscono una persona conoscenze specifiche in un determinato ambito. I diversi tipi di leadership: Il leader è colui che esercita maggiore influenza sugli altri membri del gruppo, facilitando il raggiungimento di un obiettivo comune. Solitamente ha uno status più elevato, fa rispettare le norme e detiene il maggior numero di informazioni all’interno del gruppo. La leadership assolve due funzioni ben precise: q

PSICOLOGIA: il sistema di status e il ruolo all'interno del gruppo

Diversità di status e dinamicità del sistema: Il sistema di status si riferisce alla posizione che un individuo occupa all’interno di un gruppo e alla valutazione di quella posizione in una scala di valori. Gli studiosi di psicologia sociale usano vari metodi per individuare le diverse età lo status in un gruppo. L’osservazione partecipante, durante la quale si assiste a un’interazione tra osservatore e osservato, mette in luce che chi occupa uno status elevato tende a parlare di più, e riceve un maggior numero di messaggi comunicativi da parte degli altri membri. Lo status di ogni membro può comunque essere modificato Se subentra una nuova persona all’interno del gruppo. Costruzione del ruolo e conflitti: Il ruolo è l’insieme di aspettative condivise circa il modo in cui deve comportarsi una persona che occupa un certo status all’interno di un gruppo. La suddivisione dei ruoli indica, la divisione dei compiti, facilitando il raggiungimento degli obiettivi comuni. N

PSICOLOGIA: il gruppo

Le caratteristiche per essere un gruppo: La psicologia sociale ha ampiamente studiato i gruppi che costituiscono una realtà diffusa e significativa, evidenziandone le caratteristiche e le dinamiche. Il sociologo Robert Merton lo definisce come un insieme di individui che interagiscono secondo determinati modelli, provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parte del gruppo degli altri membri. Tale gruppo deve avere le seguenti caratteristiche:  interazione: un gruppo è costituito da persone che interagiscono tra loro, entrano in relazione, comunicano;  appartenenza: i membri del gruppo sentono di farne parte, si riconoscono come suoi membri;  identità: i membri del gruppo sono riconosciuti in quanto tali come appartenente al gruppo, e ciascuno di loro riconosce gli altri come parte del gruppo;  A queste tre caratteristiche altri psicologi aggiungono la condivisione di scopi comuni, di norme e di valori. Il gruppo sociale va distinto dal semplice a

PEDAGOGIA: La formazione del gentleman

Locke disegna  un delicato equilibrio tra l’autorità del precettore e la libertà dell’allievo : quella del  gentleman  dev’essere infatti una  open education , in grado di valorizzare la libertà e la creatività del giovane signore. La libertà deve però essere educata perché il discente diventi capace di  resistere ai propri desideri , contrastare le proprie inclinazioni   e seguire semplicemente ciò che  la ragione stima migliore ,  che nel caso presente non indica più l’etica universale dei classici, ma   il calcolo e l’interesse, quale nuovo  id eal e della  gentry. Si riconosce così, nella valorizzazione lockeana dell’autodominio o  self control  il fine classico dell’educazione come raggiungimento della virtù o dell’eccellenza, ma declinato nella  nuova sensibilità , quale espressione della   civiltà  –  vale a dire del corretto comportamento esteriore – della   saggezza e della   cultura .  L’educazione è quindi soprattutto interiorizzazione dei valori di un gruppo sociale

PEDAGOGIA: Locke

Vita e Opere    John Locke fu uno dei massimi filosofi inglesi, egli fu allevato dal padre, il quale era un severo Politano. Il filosofo studiò Oxford e in seguito insegno greco e retorica. Locke  passo al servizio del terzo conte di Shaftesbury e divenne suo segretario e precettore dei figli. Dopo un periodo trascorso in Francia egli torna in Inghilterra e riprese a collaborare con Shaftesbury, il quale fu accusato di tradimento e fuggí in Olanda. Locke lo raggiunse e potè rientrare in patria, dove si dedicò alla stesura delle due opere più importanti. Esperienza, Utilità, Tolleranza Locke negò l'esistenza de idee innate, affermando che vi sono solo quelle originate dall'esperienza sensibile. Non esiste, quindi, l'idea innata Dio, tanto è vero che popoli diversi ne hanno idee diverse. Ne consegue che in materia religiosa deve vigere la tolleranza. Se non esistono idee innate, i bambini nascono privi di qualunque conoscenza. Ecco perché Locke recuperò la "p

PEDAGOGIA: Illuminismo ed empirismo; nuove pratiche educative

Nel corso del settecento in Europa ebbe luogo un dibattito  che portò al ripensamento di molte delle pratiche sino ad allora impiegate nell’allevamento e nell’educazione dei figli all’interno delle famiglie e una revisione dell’organizzazione e della gestione delle scuole da parte delle monarchie.  Le pionieristiche ricerche sull’origine e sulla sviluppo delle idee di David Hume, Denis Diderot, Locke, misero in crisi la tradizionale teoria dell’innatismo, secondo cui l’uomo sarebbe nato con alcune idee già impresse nella mente, tra le quali la più importante quella di Dio. Il compito dell’educazione nell’infanzia , era quello di risvegliare tale idea con lo studio della religione, al fine di condurre il bambino sulla strada della salvezza eterna. La migliore conoscenza dei processi mentali dell’essere umano porto a individuare l’origine della conoscenza dell’esperienza e delle capacità sensoriali e intellettive dell’individuo. Da qui nacque la corrente filosofica nota come empirism

PSICOLOGIA: Melanie Klein

Le pulsioni libidiche come fenomeni mentali: Melanie Klein ha fornito un contributo importante per l’analisi e la comprensione dei vissuti infantili, attraverso una riflessione originale sul mondo interiore. La studiosa condivide la concezione del dualismo pulsionale ma ritiene che le pulsioni libidiche e aggressive non debbano essere considerate da un punto di vista biologico, bensì come fenomeni mentali. La Klein sposta l’attenzione dai conflitti psichici al mondo interno personale che si sviluppa attraverso la relazione con l’oggetto. La relazione del neonato con gli oggetti interni: Melanie Klein ritiene che il neonato sperimenti da subito delle relazioni oggettuali, ovvero delle relazioni con gli oggetti, anche se si tratta di oggetti interni, come angosce, fantasie, emozioni e rappresentazioni mentali (i cosiddetti fantasmi). Tali oggetti sono connessi all’esperienza del bambino e collegate ai suoi bisogni fisiologici. Sei bisogni sono soddisfatti, il bambino pro

PSICOLOGIA

Carl Gustav Jung Le differenze tra Freud e Carl Gustav Jung sono profonde. L’obiettivo dell’analisi junghiana A differenza di Freud è aiutare l’individuo nel suo percorso di realizzazione di sé, che è l’obiettivo della sua esistenza. La concezione junghiana vede lo sviluppo individuale intersecarsi con quello dell’umanità; ogni individuo contiene infatti in sé le tracce delle esperienze passate e gli esseri umani.  La libido e l'attività simbolica:   Il punto da cui si origina la separazione di Jung da Freud riguarda la concezione della libido vista come un’energia vitale più generale, presente anche, ma non solo, nella pulsione sessuale. Nel processo evolutivo individuale si evidenzia un contrasto tra le esigenze pulsionali e la necessità di prendere le distanze da esse; questa contrapposizione può essere superata attraverso l’attività simbolica. Il simbolo svolge un ruolo importante nel processo di individuazione poiché attraverso di esso possiamo esprimer

PSICOLOGIA: sviluppo e psicoanalisi: oltre Freud

A poco a poco Freud raccoglie intorno a se un gruppo di medici che condividono il suo approccio e cominciano a lavorare applicando il suo metodo. L'obbiettivo di Freud è quello di costruire una teoria coerente e condivisa che allontani il rischio di interpretazioni devianti. La teoria freudiana esce dai ristretti confini austriaci per diffondersi in altri stati europei e negli stati uniti, in seguito cominciarono a crearsi le società psicoanalitiche, e infine, nel 1910, prende avvio la società psicoanalitica internazionale. Il gruppo psicoanalitico è molto coeso e centrato sulla forte personalità di Freud, ma ben presto contrasti e posizioni differenti emergono all'interno del movimento, portando a numerose scissioni. Alfred Adler Alfred Adler è il primo eretico che si distacca dalla Società psicoanalitica. Egli ritiene che bisogna considerare gli elementi sociali nell'esperienza dell'individuo: la nevrosi dipende dalle relazioni che l'individuo stabilisce con g