Nel corso del settecento in Europa ebbe luogo un dibattito che portò al ripensamento di molte delle pratiche sino ad allora impiegate nell’allevamento e nell’educazione dei figli all’interno delle famiglie e una revisione dell’organizzazione e della gestione delle scuole da parte delle monarchie.
Le pionieristiche ricerche sull’origine e sulla sviluppo delle idee di David Hume, Denis Diderot, Locke, misero in crisi la tradizionale teoria dell’innatismo, secondo cui l’uomo sarebbe nato con alcune idee già impresse nella mente, tra le quali la più importante quella di Dio.
Il compito dell’educazione nell’infanzia , era quello di risvegliare tale idea con lo studio della religione, al fine di condurre il bambino sulla strada della salvezza eterna.
La migliore conoscenza dei processi mentali dell’essere umano porto a individuare l’origine della conoscenza dell’esperienza e delle capacità sensoriali e intellettive dell’individuo. Da qui nacque la corrente filosofica nota come empirismo, secondo la quale l’uomo, oltre a non possedere alcuna idea innata, per crescere svilupparsi a bisogno di poter conoscere il mondo per mezzo dell’esperienza.
TUTELARE LA SALUTE DEI BAMBINI
Il neonato veniva il mondo senza alcuna conoscenza, ma dotato dei sensi e della ragione. L’infanzia comincio ad essere pensata come la fase della vita da destinare all’apprendimento, data la grande facilità ad assimilare nuovi stimoli. Diventò, inoltre, una talpa fondamentale nello sviluppo di un individuo. La tutela della salute dei bambini costituiva la migliore garanzia per la loro sopravvivenza, oltre che il fondamento di ogni educazione.
L’EDUCAZIONE INTELLETTUALE
La riflessione sull’educazione intellettuale suscitò l’interesse di tutti i pensatori che si occuparono di istruzione ed educazione. Per educazione intellettuale si intendevano i contenuti specifici dell’istruzione.
Nei collegi i piani di studio e le modalità di insegnamento rimasero pressoché gli stessi da 500. I professori, infatti, si limitavano ad adottare il modello didattico tradizionale e le scuole fornivano una preparazione poco utile sul piano pratico agli studenti.
IL LATINO MATERIA OBBLIGATORIA
Superando forti resistenze si cominciò ad utilizzare la lingua volgare nella prima alfabetizzazione, Molti insegnanti continuarono però a impiegare il latino per avviare i bambini alla scrittura ancora ai tempi dell’ottocento. Da tale metodo derivarono diverse difficoltà. A livello di istruzione secondaria, il latino continua a rappresentare la materia più importante, oltre che la lingua di comunicazione per eccellenza.
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