Vita e Opere
John Locke fu uno dei massimi filosofi inglesi, egli fu allevato dal padre, il quale era un severo Politano. Il filosofo studiò Oxford e in seguito insegno greco e retorica. Locke passo al servizio del terzo conte di Shaftesbury e divenne suo segretario e precettore dei figli. Dopo un periodo trascorso in Francia egli torna in Inghilterra e riprese a collaborare con Shaftesbury, il quale fu accusato di tradimento e fuggí in Olanda.
Locke lo raggiunse e potè rientrare in patria, dove si dedicò alla stesura delle due opere più importanti.
Esperienza, Utilità, Tolleranza
Locke negò l'esistenza de idee innate, affermando che vi sono solo quelle originate dall'esperienza sensibile. Non esiste, quindi, l'idea innata Dio, tanto è vero che popoli diversi ne hanno idee diverse. Ne consegue che in materia religiosa deve vigere la tolleranza.
Se non esistono idee innate, i bambini nascono privi di qualunque conoscenza. Ecco perché Locke recuperò la "pedagogia dell'abitudine": è importante avviare presto i bambini alle giuste esperienze, per far sì che le facciano proprie.
Il filosofo sostenne la libertà di pensiero e il valore primario della coscienza dell'individuo. Il fine dell'educazione non è più individuato nel raggiungimenti della perfezione cristiana e nel conseguimento della vita eterna, bensì nella felicità mondana ragionevolmente costruita.
Contenuti dei Pensieri sull'educazione
Un'opera che rappresentò un ineludibile punto di riferimento. Il testo è colmo di critiche al sistema educativo del tempo: Locke lamentava l'inutilità dell'apprendimento del latino e del greco; contestava l'efficacia dei metodi grammaticali nell'insegnamento delle lingue, l'estraneità dei contenuti scolastici rispetto alla realtà delle cose, la scarsa qualità dei docenti.
Auspicava, invece, l'ampliamento dell'insegnamento della lingua nazionale e del francese. Sollecitava la buona conoscenza della geografia e delle discipline matematiche e fisiche; si dichiarava favorevole ad una salda formazione etica.
Locke insisteva sull'importanza della formazione di salde abitudini sin dai primi anni di vita e dedicava ampio spazio alla costruzione delle idee complesse e del linguaggio, anch'esso appreso per esperienza sin dalla nascita.
John Locke fu uno dei massimi filosofi inglesi, egli fu allevato dal padre, il quale era un severo Politano. Il filosofo studiò Oxford e in seguito insegno greco e retorica. Locke passo al servizio del terzo conte di Shaftesbury e divenne suo segretario e precettore dei figli. Dopo un periodo trascorso in Francia egli torna in Inghilterra e riprese a collaborare con Shaftesbury, il quale fu accusato di tradimento e fuggí in Olanda.
Locke lo raggiunse e potè rientrare in patria, dove si dedicò alla stesura delle due opere più importanti.
Esperienza, Utilità, Tolleranza
Locke negò l'esistenza de idee innate, affermando che vi sono solo quelle originate dall'esperienza sensibile. Non esiste, quindi, l'idea innata Dio, tanto è vero che popoli diversi ne hanno idee diverse. Ne consegue che in materia religiosa deve vigere la tolleranza.
Se non esistono idee innate, i bambini nascono privi di qualunque conoscenza. Ecco perché Locke recuperò la "pedagogia dell'abitudine": è importante avviare presto i bambini alle giuste esperienze, per far sì che le facciano proprie.
Il filosofo sostenne la libertà di pensiero e il valore primario della coscienza dell'individuo. Il fine dell'educazione non è più individuato nel raggiungimenti della perfezione cristiana e nel conseguimento della vita eterna, bensì nella felicità mondana ragionevolmente costruita.
Contenuti dei Pensieri sull'educazione
Un'opera che rappresentò un ineludibile punto di riferimento. Il testo è colmo di critiche al sistema educativo del tempo: Locke lamentava l'inutilità dell'apprendimento del latino e del greco; contestava l'efficacia dei metodi grammaticali nell'insegnamento delle lingue, l'estraneità dei contenuti scolastici rispetto alla realtà delle cose, la scarsa qualità dei docenti.
Auspicava, invece, l'ampliamento dell'insegnamento della lingua nazionale e del francese. Sollecitava la buona conoscenza della geografia e delle discipline matematiche e fisiche; si dichiarava favorevole ad una salda formazione etica.
Locke insisteva sull'importanza della formazione di salde abitudini sin dai primi anni di vita e dedicava ampio spazio alla costruzione delle idee complesse e del linguaggio, anch'esso appreso per esperienza sin dalla nascita.
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