L' EDUCAZIONE NELL'EUROPA CATTOLICA TRA SEICENTO E SETTECENTO:
RIFORMA PROTESTANTE E RIFORMA CATTOLICA
Una società profondamente religiosa
Per molto tempo si è pensato che tra Umanesimo e Rinascimento si fosse affermata una cultura già marcatamente laica. La realtà però è molto più sfumata. Se l’uomo colto, il cortigiano, l’artista del 400 avevano posto l’essere umano al centro della riflessione la società restava comunque profondamente religiosa. Le incertezze e le inquietudini degli intellettuali non erano penetrate nel popolo, che piuttosto manifestava la sua fede, con una devozione semplice. I ricchi mercanti in punto di morte sì pentivano delle loro ricchezze e facevano lasciti ai poveri. Nella prima metà del cinquecento l’Europa fu percorsa da numerosi fermenti che miravano a moralizzare la cristianità. La riforma cattolica, inizio ben prima dello scisma di Lutero. Occorreva combattere l’ignoranza religiosa, il male morale, l’incertezza dottrinale. L’autorità papale era stata minata dal periodo avignonese, la seguente periodo di scisma d’Occidente, culminato con la presenza di addirittura tre papi e risolto con il concilio di Costanza.
Il concilio di Trento
Il timore che le dottrine conciliariste prendessero il sopravvento indusse il papato a temporeggiare di fronte alle richieste interne di riforma, alla crescente opposizione di Lutero e all’espansione della sua dottrina, sicché, quando finalmente il concilio di Trento fu convocato nel 1545, la spaccatura interna alla cristianità si era ormai consumata. Il concilio si concluse con l’approvazione di una serie di decreti dogmatici e disciplinari, che riaffermarono le verità della fede cattolica, ristabilendo la salvezza della dottrina. Il concilio di Trento affermò che la sola fede non salva l’essere umano ma occorrono anche le opere, dunque è necessario operare bene nel mondo. La cultura va indirizzata al bene comune: attraverso questo si persegue anche la salvezza personale, e la Chiesa ha il dovere di insegnare e avviare al bene tutti gli esseri umani. Di qui la grande azione educativa esercitata dalla Chiesa post tridentina, con l’apertura di seminari per la formazione del clero posti sotto vigilanza dei vescovi. Occorreva insomma educare e moralizzare gli ecclesiastici e i laici: educare i genitori, bambini , gli adolescenti, i poveri e i ricchi , gli umili e i sovrani alle virtù cristiane.
RIFORMA PROTESTANTE E RIFORMA CATTOLICA
Una società profondamente religiosa
Per molto tempo si è pensato che tra Umanesimo e Rinascimento si fosse affermata una cultura già marcatamente laica. La realtà però è molto più sfumata. Se l’uomo colto, il cortigiano, l’artista del 400 avevano posto l’essere umano al centro della riflessione la società restava comunque profondamente religiosa. Le incertezze e le inquietudini degli intellettuali non erano penetrate nel popolo, che piuttosto manifestava la sua fede, con una devozione semplice. I ricchi mercanti in punto di morte sì pentivano delle loro ricchezze e facevano lasciti ai poveri. Nella prima metà del cinquecento l’Europa fu percorsa da numerosi fermenti che miravano a moralizzare la cristianità. La riforma cattolica, inizio ben prima dello scisma di Lutero. Occorreva combattere l’ignoranza religiosa, il male morale, l’incertezza dottrinale. L’autorità papale era stata minata dal periodo avignonese, la seguente periodo di scisma d’Occidente, culminato con la presenza di addirittura tre papi e risolto con il concilio di Costanza.
Il concilio di Trento
Il timore che le dottrine conciliariste prendessero il sopravvento indusse il papato a temporeggiare di fronte alle richieste interne di riforma, alla crescente opposizione di Lutero e all’espansione della sua dottrina, sicché, quando finalmente il concilio di Trento fu convocato nel 1545, la spaccatura interna alla cristianità si era ormai consumata. Il concilio si concluse con l’approvazione di una serie di decreti dogmatici e disciplinari, che riaffermarono le verità della fede cattolica, ristabilendo la salvezza della dottrina. Il concilio di Trento affermò che la sola fede non salva l’essere umano ma occorrono anche le opere, dunque è necessario operare bene nel mondo. La cultura va indirizzata al bene comune: attraverso questo si persegue anche la salvezza personale, e la Chiesa ha il dovere di insegnare e avviare al bene tutti gli esseri umani. Di qui la grande azione educativa esercitata dalla Chiesa post tridentina, con l’apertura di seminari per la formazione del clero posti sotto vigilanza dei vescovi. Occorreva insomma educare e moralizzare gli ecclesiastici e i laici: educare i genitori, bambini , gli adolescenti, i poveri e i ricchi , gli umili e i sovrani alle virtù cristiane.
Lettura difficile... (colore)
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